Il testamento di Silvio Berlusconi apre a nuovi dubbi. Il notaio Domenico Damascelli prova a chiarire i motivi.
E’ passato un mese dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Il cavaliere si è spento il 12 Giugno scorso per le conseguenze di una leucemia che nei mesi precedenti lo aveva tenuto a lungo in ospedali. Le sue condizioni si sono aggravate repentinamente, tanto che la notizia della sua morte è arrivata cogliendo di sorpresa molti.
Già dalle ore successive alla sua scomparsa, in molti si sono domandati chi avrebbe ereditato l’immensa fortuna dell’imprenditore. Se è vero che i figli Marina e Piersilvio da anni avevano sostituito il padre a capo dei due “pezzi grossi” di famiglia (rispettivamente Fininvest/Mondadori e Mediaset), tutti si sono domandati quali sarebbero state le volontà del cavaliere.
I dubbi sono stati parzialmente sciolti all’apertura del testamento di Berlusconi.
Il testamento di Silvio Berlusconi
Le volontà di Berlusconi sono state espresse in tempi e con modalità diverse. Nel 2006, il documento che lascia ai figli Marina e Piersilvio il 53% delle quote, e dunque il controllo di Fininvest, mentre il cavaliere ha disposto che agli altri tre figli, Barbara, Eleonora e Luigi, venisse lasciato il resto in parti uguali.
In un altro documento datato 2023, poco prima del ricovero che ad Aprile ha costretto l’ex leader di Forza Italia al ricovero in ospedale per ben 45 giorni, Berlusconi ha lasciato come donazione 100 milioni alla compagna Marta Fascina, 100 milioni al fratello Paolo e 30 milioni a dell’Utri.
I dubbi sul testamento di Berlusconi
Il notaio Domenico Damascelli fa però notare come le volontà del cavaliere siano molto meno chiare e più attente ad interpretazioni di quanto si possa pensare. Berlusconi aveva scritto di suo pugno le sue volontà, questo fa si che vi siano delle parti aperte ad interpretazioni e poco chiare.
La più importante è quella relativa a quale sia effettivamente la parte di patrimonio che spetta ai tre figli più piccoli. Considerando la legge sulla successione, le donazioni fatte in vita da Berlusconi ai tre figli più piccoli sono la discriminante su quanto o meno a loro spetti dell’eredità di famiglia.
La libera interpretazione lasciata da Berlusconi, spiega il notaio, potrebbe aprire ad una questione ben più lunga. A seconda di come si evolveranno le cose e delle informazioni che emergeranno, Berlusconi potrebbe avere aiutato i figli a mantenere un perfetto equilibrio ed unione, ma anche aperto una lunga battaglia per l’eredità tra i suoi eredi secondo il notaio.